Critica all'Opera di Silvia Arfelli:
Tra le torte, le caramelle, i pani di zucchero, diventa evidente che il substrato cui l'artista attinge è anche quello del cenacolo leonardesco: il trittico della "Piccola cena" diventa l'equivalente di gesti più grandi ripetuti con la stessa semplicità e con l'innocenza pura dell'infanzia.
Ma non è il confronto ad interessare, quanto la progettazione del dipinto, la sua costruzione teorica, maturata per visioni e rivelazioni, attraverso una sorte di manierismo ordinato e sottile, in una realizzazione che è tutta spirituale, fatta di impercettibili e preziosi prelievi iconografici fortemente connessi alla sacralità del tema.
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